Chi siamo? Sei domande al chairman of the board Giuseppe Ruggeri

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Vogliamo raccontarci perbene e crediamo che per far questo sia necessario interrogare colui il quale ha avuto l’idea e ha perseguito gli sforzi per realizzare tutto quello che noi siamo diventati fino ad oggi. Perché anche se il nome di Hybrid Studio è recente la storia che ci porta ad essere questi merita attenzione. Essa è intrecciata alla biografia di un imprenditore che ha mosso i primi passi in questo settore ormai qualche decennio anno fa.

Si chiama Giuseppe Ruggeri ed è nato ad Avezzano, in Abruzzo, nel 1980. Giuseppe lavora nel campo cinematografico e televisivo da quando aveva diciassette anni e proprio questo gli ha consentito di maturare un’esperienza e una competenza tecnica che oggi mette al servizio dell’attività operativa dell’azienda.

Quando è cominciata l’avventura di Camera Service Factory?
Il nostro inizio ci vide protagonisti come Camera Service Group Apulia. L’idea è arrivata a me circa sette o otto anni fa quando mi sono presentato fisicamente nell’attuale sede della Camera Service, società che -ad oggi- vanta di essere centro autorizzato Canon per quanto riguarda le riparazioni e la vendita di macchine fotografiche.
Come dicevo, sette anni fa mi sono presentato ed ho capito che quel piccolo negozio poteva sviluppare business anche nel settore del noleggio perché esso comprende sia la parte commerciale sia quella dei materiali ma soprattutto, cosa più importante, può arrivare a garantire un’assistenza valida e funzionale impegnata nel rendere i materiali efficienti. Tutto questo ha rappresentato per me una visione nella quale ho creduto fermamente e convintamente l’ho perseguita.

Quando, invece, hai cominciato a lavorare nel settore audiovisivo? Raccontaci un po’ il tuo percorso
Io ho iniziato a 17 anni (oggi ne ho 43). Ho mosso i primi passi in questo settore tornando solo successivamente in quello televisivo approfittando, così, di crescere anche sotto il punto di vista imprenditoriale. La cosa che mi ha sostenuto è stato principalmente lo studio. Io ho frequentato un istituto professionale che mi ha aiutato molto e mi ha dato le basi per intraprendere il percorso che effettivamente poi ho fatto. Coltivare il DNA imprenditoriale apportando la mia esperienza nel settore che amo di più: quello cine- televisivo!

Quali sono state le esperienze più importanti per la tua carriera e la tua crescita professionale?
L’esperienza più importante della mia carriera è coincisa con la fortuna di essere passato per il cinema “di una volta”, nel cinema delle maestranze più dure appartenenti alla vecchia generazione; questo ha avuto il ruolo di formare una parte decisamente importante del mio carattere.
Oltre a ciò, devo una parte importante della mia formazione alla R.A.I.
Sono stati 15 anni bellissimi durante i quali mi sono potuto confrontare e ho potuto crescere in una delle televisioni più importanti che abbiamo nel panorama italiano ed europeo. Lì ho imparato tante cose sia a livello tecnico che a livello produttivo, anticipando e precorrendo i tempi moderni che sono quelli della digitalizzazione. Oggi è ormai tutto digitalizzato; la mia amata pellicola si usa ormai raramente. C’è da riconoscere che il fatto di arrivare dalla tv (e che tv!) mi ha consentito di restare al passo coi tempi di oggi, frenetici e futuristici!

Hybrid Studio è recente. Com’è nato questo nuovo progetto?
Hybrid Studio è nato dall’esigenza e dalla voglia di concludere un percorso e, quindi, di aumentare il livello di competitività. Voler dare al mercato nazionale ed internazionale uno stage sul modello di quello europeo. Oltre allo “Stage 1” abbiamo subito pensato di creare un secondo ambiente “Stage 2” e quindi di offrire alle produzioni con l’esigenza di girare in un teatro di posa la possibilità di avere dei pacchetti completi. Si tratta comunque di teatri dotati di attrezzatura scenografica (grazie alla partnership che abbiamo con L.T. COSTRUZIONI di Giacomo Celentano che per noi ha costruito, tra l’altro, anche il limbo di cui disponiamo all’interno dello Stage 1).
Abbiamo poi compiuto un passo verso il futuro con la predisposizione del virtual set (con Studio Kowalsky creative engineering) per i clienti che abbiano esigenza di girare grazie agli ausili dell’AR (realtà aumentata) e dell’MR (realtà mista).

Cosa unisce l’attività di Camera Service con quella di Hybrid Studio?
Le unisce la volontà dei soci di soddisfare maggiormente i propri clienti offrendo un riferimento unico e completo a cui potersi appoggiare. Ciò esclude la necessità di andare in giro alla ricerca di servizi con la conseguente possibilità di concentrare le energie in un unico ambiente. Hybrid Studio e Camera Service Factory hanno la caratteristica di appoggiarsi l’uno all’altro e di completarsi vicendevolmente. E’ doveroso, in ultimo, da parte mia, precisare che Hybrid Studio è aperto a tutti! Qualsiasi produzione che lavori con il proprio fornitore e il proprio rental è il ben venuto: lo studio è un open gate!

Che consigli ti senti di dare a chi si affaccia al mondo dell’audiovisivo?
Di crederci come ci ho creduto io! Perché soltanto credendoci si riescono a perseguire i sogni e gli obiettivi. Le difficoltà sono molte perché viviamo tempi difficili che mutano di anno in anno in questo settore. E’ determinante anche il fattore inversamente proporzionale: eguali pretese ma con meno risorse.
Oggi, più di ieri, è fondamentale avere idee originali e chiare tanto da poter scegliere la strada migliore per perseguirle. Ma per avere idee è necessario studiare.
Se volete riuscire in questo settore: studiate, studiate e ancora studiate!


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